Biblioteche 'disvelate'. Saggi di scavo storico-bibliografico nella comunale di Sarnano
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I conventi e le librerie claustrali di Sarnano
Rosa Marisa Borraccini

Il patrimonio storico della Biblioteca comunale di Sarnano è costituito dai libri appartenuti ai conventi cittadini di S. Francesco (Minori Conventuali e, dal 1818, Oratoriani di S. Filippo o Filippini), di S. Agostino (Agostiniani) e di S. Giuseppe (Cappuccini).
I tre Ordini religiosi si erano insediati da lungo tempo nel centro urbano e avevano svolto un ruolo di forte impatto culturale, religioso e devozionale sulla comunità grazie alla loro penetrazione pervasiva nel tessuto sociale cittadino.

I Francescani, dopo una sosta testimoniata dal II decennio del sec. XIII nel luogo suburbano di Roccabruna, fatto oggetto nel 1304 di atti di vandalismo e di rapine, si trasferirono nel 1327/28 entro le mura castellane con il favore dei signori di Brunforte e della magistratura comunale. A seguito della soppressione napoleonica (25 aprile 1810), i padri lasciarono definitivamente la cittadina e dopo la Restaurazione, nel 1818, chiesa e convento furono affidati agli Oratoriani che ne presero possesso il 25 luglio 1820. Nel 1860 anch'essi furono colpiti dalle leggi eversive del nuovo Stato e il convento fu acquistato dal Comune per adibirlo a sede municipale.

Gli Agostiniani avevano abitato dal 1424 la casa costruita accanto alla chiesa parrocchiale loro affidata e al tempo intitolata a S. Michele Arcangelo. Interessati anch'essi dai provvedimenti di confisca del 1810, furono espulsi dal convento, che recuperarono subito dopo il ritorno del governo pontificio, ma nel 1866 il fabbricato conventuale fu definitivamente requisito dalle autorità municipali e adibito prima ad ospedale, poi a casa di riposo.

I Cappuccini, a loro volta, avevano ottenuto in dono nel 1559 il terreno "distante dall'abitato circa 150 passi" dove costruirono il convento e la chiesa, in origine intitolata a S. Maria Maddalena, che officiarono dal 1567. Le leggi napoleoniche li costrinsero alla provvisoria uscita dal convento che recuperarono però nel 1816. I provvedimenti nazionali di eversione dell'asse ecclesiastico li espropriarono di nuovo del complesso edilizio, che fu acquisito dal Comune e da esso riconsegnato loro in uso. Ma la situazione di incertezza era tale che nel 1889 l'Ordine preferì allontanarsi per sempre da Sarnano. L'edificio conventuale, venduto a privati nel 1906, fu in parte demolito e adattato a villa.

I tre Ordini maschili presenti a Sarnano, dunque, furono tutti coinvolti nelle soppressioni ottocentesche ed espropriati dei propri beni. La documentazione prodotta durante le frenetiche operazioni di confisca testimonia lo stupore dei religiosi privati del loro status e degli strumenti necessari all'esercizio del loro ministero: primi fra tutti i libri e i documenti sequestrati e sigillati nelle stanze dagli agenti demaniali, in attesa delle operazioni di ricognizione, stima e requisizione che ebbero luogo in momenti successivi rispetto all'esecuzione dei provvedimenti legislativi.

Nonostante la dispersione determinata dalle lungaggini burocratiche e dalle convulsioni della secolarizzazione dei beni ecclesiastici, nei casi più felici - com'è questo di Sarnano -, la memoria silenziosa sedimentata negli archivi e nelle biblioteche claustrali, pur strappata agli organismi originari, è stata salvaguardata dagli istituti concessionari pubblici che possono - o piuttosto debbono - riproporla alla conoscenza, fruizione e condivisione dei legittimi eredi.