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Paolo Claudi
I libri dei nipoti del cardinale: Paolo Claudi
Sara Cosi
Nacque a Sarnano il 1. luglio 1570 da "Bartolomeo Claudio et donna Menica", uniti in matrimonio il 6 aprile 1567
(Sarnano, Chiesa di S. Maria in Piazza, Archivio Parrocchiale, Battesimi e Matrimoni).
Le poche notizie disponibili sulla sua figura, raccolte da Gaetano Moroni, sono ricomprese tra quelle incise
nell'epigrafe a lui donata dai fratelli Antonio e Claudio, ancora visibile
assieme allo stemma nella Chiesa di S. Francesco, accanto alle iscrizioni dedicate
al celebre zio (anch'esse accompagnate dallo stemma).
L'omaggio alla sua prematura morte, sopraggiunta il 9 luglio del 1611, recita:
"D.O.M. Paulus Claudius de Sarnano fratris Constantii S.R.E. Cardinalis Sarnani nepos. Sancti. Petri. Spinae. de Arena. abbas et archimandrita.
ac. utilis dominus terre Ciani. in Provincia Calabriae. sacrae theologiae doctor ut moriens. viveret. vixit. ut. moriturus. ann(os). XXXXI.
die(s). VIIII. obiit Nona Iulii. MDCXI. Antonius et Claudius fratres mestissimi posuere".
Viene dunque ricordato come dottore in teologia e abate archimandrita di S. Pietro Spina, monastero basiliano fondato nel XII secolo,
tra Ciano e Arena, nella Diocesi calabrese di Mileto. Il titolo di archimandrita veniva conferito in Occidente dal superiore (esarca) del
Monastero di S. Maria di Grottaferrata, detta anche Abbazia greca di S. Nilo, l'ultimo dei numerosi monasteri bizantini che nel Medioevo
erano diffusi in Sicilia, nell'Italia meridionale e nella stessa Roma. Tale carica veniva concessa in via quasi esclusivamente onorifica a
dottori, in particolare a teologi, molto vicini come preparazione all'Oriente cristiano e dunque in grado di creare 'ponti' verso il mondo
greco-ortodosso. Il nipote del Sarnano poté fregiarsi di tale titolo nel periodo in cui la Santa Sede, in seguito ai nuovi princípi e canoni
fissati dal Concilio di Trento (1545-1563), svolse un'intensa attività per definire, da un lato, i non semplici rapporti tra le istituzioni
ecclesiastiche latine e le comunità greco-ortodosse, dall'altro per far fronte all'«agonia del monachesimo italo-greco», dovuta in gran parte al poco studio e alla scarsa competenza dei monaci cattolici di rito greco-bizantino.
Una solida preparazione filosofica e teologica lascia intravedere, al contrario, quanto dell'apparato bibliografico posseduto ed usato
dal Claudi nel suo percorso formativo e professionale è stato possibile rintracciare, ad oggi solo in minima parte, nella Biblioteca comunale di Sarnano:
- 4 manoscritti (di cui uno acquisito, l'E 185, e tre autografi:
i codd. E 186, E 187,
E 188 - questi ultimi due esposti per la bellezza calligrafica -)
- 1 incunabulo (E 25), contenente l'opera del commentatore aristotelico Gualterius Burleus. L'esemplare è contrassegnato dalla nota ms.
a inchiostro "ex libris Pauli Claudij Abbatis Sarnani", apposta in calce al Prologo
- 6 cinquecentine, tra le quali si segnala la Summa theologiae di s. Tommaso, in quattro volumi
(Antico Cinque 239/1-2,
240, 241), per la presenza nelle carte di guardia della nota ms. a inchiostro, orgogliosa rivendicazione del legame con l'illustre parente,
ripetuta, non a caso, su un volume delle opere di s. Bonaventura, autore d'elezione del Torri (Antico Cinque 435):
“Questo libro è stato dato a me Paolo Claudij Abbate dal signor cardinale Sarnano
mio zio”.
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